Fever-Tree, il primo brand di mixer premium, presenta l’esclusivo Calendario dell’Avvento per gli appassionati di mixology che amano sperimentare nuove combinazioni direttamente a casa e scoprire così nuovi abbinamenti. Un regalo perfetto per sé e per gli amici per concedersi un vero e proprio viaggio nel mondo dei cocktail con creatività, gusto e divertimento in attesa del Natale.

Il calendario dell'avvento di Fever-Tree
Il calendario dell'avvento di Fever-Tree

24 caselle da “aprire” giorno dopo giorno per un totale di 12 lattine Fever-Tree, disponibili in sei varianti, a cui abbinare altrettante mini size di spirits, selezionate tra i brand rappresentati da Velier. Tra queste, figurano grandi classici come Hendrick's Gin e Tito's Vodka, insieme a proposte come il Nikka Super Japanese Whisky e i prodotti analcolici Everleaf.

Il Calendario dell’Avvento Fever-Tree è disponibile a partire da inizio novembre presso i punti vendita di Esselunga e Carrefour, su Amazon e nelle migliori enoteche.

Cos'è Fever-Tree

Fever-Tree è la prima gamma di mixer super-premium lanciata nel 2005 a partire da una ricerca mirata delle migliori botaniche presenti sul mercato. A differenza della maggior parte delle bibite presenti oggi, che sono conservate con benzoato di sodio o sostanze simili o che prevedono l’utilizzo di dolcificanti artificiali (come la saccarina), Fever-Tree, per volontà dei due co-fondatori Charles Rolls e Tim Warrillow, utilizza solo ingredienti naturali, senza additivi o conservanti.

Fever-Tree calendario dell'avvento

La Tonica Fever-Tree, punta di diamante della gamma, prevede l’impiego della miglior qualità di chinino proveniente dal confine tra Ruanda e Congo e miscelato con acqua di fonte e otto diverse botaniche, includendo rari ingredienti come gli estratti di calendula e arancia amara proveniente dal Messico. Tutti i mixer Fever-Tree sono contraddistinti da un’elevata effervescenza, fatta di piccole bollicine che creano una sensazione morbida e delicata al palato. In ogni mixer della gamma le bolle hanno il compito di trattenere il gusto delle botaniche e arricchire gli aromi dei distillati.

La prestigiosa guida delle Pizzerie conferma i “Due Spicchi” e incorona il locale di Barberino per la qualità della proposta di bere miscelato

È a Barberino del Mugello, la pizzeria italiana che offre il migliore abbinamento con i cocktail. Lo ha stabilito la prestigiosa guida Pizzerie d’Italia 2025 del Gambero Rosso, che nel corso della cerimonia andata in scena a Napoli alla presenza dei migliori maestri italiani dell’arte bianca ha assegnato ad Elementi Cocktail & Pizza il premio speciale per la Miglior proposta di bere miscelato, sponsorizzato da San Pellegrino.

Il Team di Elementi
Il Team di Elementi Cocktail e Pizza

Per il locale di via del Pozzo inaugurato nel 2019, che da poco più di un anno ha aperto i battenti anche a Prato, si tratta di un riconoscimento che fa il paio con la conferma dei “Due Spicchi”. Una grande soddisfazione sia per il pizzaiolo Roberto Cordioli che per la proprietà, creata dai soci Tommaso Sarti, Domenico Varone, Lorenzo Gironi, Benedetta Berti, Fabio Buccino e Francesco Giuntini.
Per chi lavora nel nostro settore – spiegano i fondatori di Elementi Cocktail & Pizza - i premi e i riconoscimenti sono si una soddisfazione ma allo stesso tempo anche una riconferma che si sta andando nella direzione giusta. Siamo molto orgogliosi di aver raggiunto questo grandissimo obbiettivo e siamo sicuri che ci servirà da stimolo per continuare a crescere così. Ringraziamo in particolare Gambero Rosso per aver reso possibile tutto questo e San Pellegrino per il premio assegnatoci”.

Il pairing di Elementi Cocktail e Pizza
Il pairing di Elementi Cocktail e Pizza

A convincere gli ispettori del Gambero Rosso è stata la caratteristica, comune alle pizzerie di Barberino di Mugello e di Prato, di affiancare a ogni pizza presente in carta un’ampia selezione di cocktail. La proposta beverage parte da una serie di distillati e liquori, cui si aggiungono preparazioni home made di sciroppi, cordiali e Clean Ice, pensata per trovare la corrispondenza di sapore tra il piatto e il bicchiere. Non a caso, pur presentandosi come una pizzeria, Elementi è nell’elenco dei migliori cocktail bar d’Italia per la rivista di settore Blue Blazer. “La proposta cocktail di Elementi – confermano i titolari - si basa su tre principi fondamentali: la voglia di sorprendere il cliente, la qualità delle materie prime e il pairing con la proposta food. Quando creiamo un cocktail partiamo da una materia prima di stagione e cerchiamo di trasformarla in qualcosa che i nostri clienti non hanno mai bevuto”.

Come partner ufficiale de La Terrazza durante l’evento, la famiglia scozzese che ha creato il gin Upperhand lancia il suo primo Single Malt.

Dall'esperienza della famiglia italo-scozzese Lafferty, già nota per il successo del gin Upperhand, nasce un nuovo distillato destinato a conquistare gli appassionati: il Lafferty’s Single Malt, uno scotch whisky di rara raffinatezza affinato in botti di Vinsanto. Questo esclusivo distillato farà il suo debutto ufficiale in un contesto altrettanto prestigioso: l’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in programma dal 28 agosto al 7 settembre, evento che ogni anno si conferma come un palcoscenico di eccellenza a livello mondiale, riservato solo alle più straordinarie creazioni artistiche e culturali.

Lafferty’s Single Malt
Lafferty’s Single Malt

Il Lafferty’s Single Malt rappresenta il perfetto incontro tra la tradizione scozzese e l’eleganza italiana. Realizzato con malti selezionati dalle migliori regioni della Scozia e affinato in botti di Vinsanto italiane, questo whisky incarna l'artigianalità che distingue da sempre il marchio Lafferty and Sons. La famiglia Lafferty, sotto la guida di Claudia Lafferty e di suo marito Alberto Borin, veneto ed ex campione di judo, ha fuso le sue radici culturali in un prodotto che unisce il carattere scozzese con un tocco mediterraneo, rendendolo unico nel suo genere. Presentare questo distillato su La Terrazza, presso l’Hotel Excelsior, in occasione della Mostra del Cinema di Venezia non è solo un omaggio alla città lagunare, ma anche un riconoscimento del valore esclusivo di un evento che rappresenta il massimo della qualità e dell’innovazione nel panorama internazionale. Qui, tra opere cinematografiche d'avanguardia e creatività senza confini, il Lafferty’s Single Malt trova la sua cornice ideale, affiancandosi agli altri prodotti di punta della Lafferty and Sons, come l'Upperhand Gin e l’Archy London Dry Gin.

La bottiglia di Lafferty's Single Malt
La bottiglia di Lafferty's Single Malt

La bottiglia di questo nuovo scotch whisky, ispirata all’arte vetraria di Murano, sottolinea l’omaggio alla città di Venezia e il legame indissolubile tra le tradizioni scozzesi e italiane Un’opportunità irripetibile per gli appassionati di cinema, ma anche per gli amanti dei distillati di qualità, che potranno scoprire e apprezzare l’intera gamma di creazioni firmate Lafferty and Sons, testimoni di una tradizione che si distingue per la sua esclusività e ricercatezza.

La Sicilia, terra di sole, canyon, spiagge e paesaggi mozzafiato a picco sul mare è l’isola più grande del Mediterraneo nonché la prima regione d’Italia per estensione. Divisa dal “continente” – ndr, così gli isolani chiamano lo stivale- dal Canale di Sicilia, incastonata fra il Tirreno e lo Ionio è culla della cultura mediterranea, da sempre fonte di ispirazione per poeti, artisti e filosofi. Forte delle influenze lasciate in dono dalle dominazioni greche, romane, arabe, normanne e spagnole ha ampliato anche il suo bacino enogastronomico più di ogni altra regione e, negli ultimi anni, ha visto emergere una nuova eccellenza nel mondo degli spirits, i gin made in Trinacria. Fra questi spicca Ionico, gin marino.

Nato da un ricordo d’infanzia, che lega Pippo e Angelo Pistone alla Sicilia, riporta alla profondità di un mare sapido, ricco, profondo e legato ad una terra complessa, piena di miti e leggende ambientati in contesti unici. Ionico in realtà è uno degli ultimi figli di Pippo e Angelo, fondatori dell’azienda F.lli Pistone che oggi lavora i suoi prodotti con il solo obiettivo di creare unicità. Tutto nasce dalla passione per gli spirits, generatasi nelle campagne siciliane con i loro nonni e tramandata di generazione in generazione fino al 1998, quando i due fratelli decisero di riprendere proprio quelle ricette per dare la possibilità a tutti di riscoprire quei sapori.

L'insegna di F.lli Pistone

Nonostante l’esperienza maturata in questi anni e la costante ricerca di l’innovazione e sperimentazione i due non hanno mai cambiato filosofia. Convinti che fare liquori non sia banalizzabile come una semplice espressione algebrica che vede nel risultato di A+B sempre C; per ogni spirito fanno innumerevoli prove tutte in vista dell’emozione finale che si vuole regalare al cliente. Ogni prodotto viene armonizzato, cambiato e migliorato fino al raggiungimento del risultato desiderato. Quello di Ionico, ad esempio, è durato da giugno ad agosto del 2019. Il frutto di questa sperimentazione è un gin ai cristalli di sale, capace di riunire in ogni bottiglia tre qualità fondamentali: l’essenza del gin, con un distillato di ginepro isolano di altissima qualità, i profumi della loro regione, agrumati ed intensi, e infine il sapore del mare, dalla sapidità netta e persistente come ci ha raccontato Giuseppe (Pippo) Pistone, CEO dell’azienda:

“Gin Ionico è conosciuto per il suo gusto autentico che passa dal mare alla montagna della nostra isola, viaggiando dai rigogliosi agrumeti della Piana di Catania fin sotto le pendici dell’Etna”

Ionico gin marino, botaniche e note di degustazione.

La ricetta si articola in una selezione di botaniche, tutte siciliane, che comprende ginepro, salvia, rosmarino, mirto, cardamomo, arancia dolce e amara, pompelmo e fiori di Zagara – fiore dell’arancio, limone e bergamotto raccolto nel momento di massima fioritura tra la fine di aprile e l’inizio di maggio-
“Al termine del processo di distillazione delle botaniche si procede all’aggiunta di una miscela idrosalina -acqua dell’Etna microfiltrata con sale marino siciliano, of course- immessa nel distillato e lasciata riposare fino all’imbottigliamento quando subisce una leggere filtrazione.”
Il risultato è un gin equilibrato ed aromatico, che profuma di Sicilia e ha il gusto del mare, in grado di creare un percorso sensoriale come quello del vento che risale dal mare, attraversa la macchia mediterranea e gli agrumeti, portando con sé le essenze e i profumi che incontra fino a quando si scontra sulle pendici dell’Etna. Al naso si avverte subito la leggera nota iodata, tipica della brezza marina, che accompagna armoniosamente la complessità delle note speziate e agrumate che dalla costiera Ionica risalgono fino al vulcano. È in bocca che quest’intreccio entra nel vivo. La spiccata sapidità iniziale viene sorretta e mitigata dalle note erbacee e amaricanti prima di lasciare spazio- pur non scomparendo mai e anzi contribuendo a renderlo beverino- a cenni freschi e precisi di agrumi che vanno a bilanciare il calore del distillato, dando vita ad un piacevo- le persistenza aromatica.
Presentato in una bottiglia da 70 cl, elegante e raMna- ta, con una etichetta minimalista e moderna ispirata alle onde del mare da cui prende il nome, dietro le quali svetta impetuoso il vulcano. Un gin piacevole, che trasmette la spensieratezza di un’intera regione, da degustare in purezza, con un cubetto di ghiaccio e un twist di limone, che ben si presta alla miscelazione raffinata. Che sia abbinato ad una tonica classica, a un liquore isolano come il rosolio al fico d’india o a del semplice succo di limone garantisce un lasciapassare verso i sapori e i profumi autentici della Sicilia

Nel cuore della penisola iberica, tra le colline ondulate e le vigne rigogliose del Portogallo, si nasconde una tradizione enologica millenaria. Qui, tra le mura di una vecchia cantina di famiglia, prende vita un’audace innovazione che sfida i confini del tempo e della creatività: Adamus Gin.
Frutto di una ricerca appassionata e di una dedizione meticolosa per l’arte della distillazione, Adamus Gin è un’espressione di eccellenza portoghese. Le sue radici affondano nelle vigne lussureggianti e nei frutteti rigogliosi del paese, dove gli artigiani ricercano con cura le migliori erbe aromatiche biologiche. Ma la sua distinzione risiede nell’uso dell’uva Baga, iconica della regione di Bairrada, non solo come base alcolica, ma anche come cuore stesso del gin, conferendogli un carattere delicato e fruttato che è un omaggio al terroir portoghese. Oltre all’uva Baga, Adamus è arricchito da una sele- zione di botanicals biologici, tra cui ibisco, ginepro, arancia, limone, cannella, zenzero, cardamomo e sal- via, oltre a ingredienti segreti custoditi gelosamente. Questa combinazione di elementi crea un gin stra- ordinario, una sinfonia di aromi e sapori che cattura l’essenza stessa del Portogallo.

Adamus Gin
Adamus Gin

Ma la storia di Adamus non si ferma qui. Ogni anno, la distilleria si impegna in nuove sperimentazioni, come l’edizione limitata di Adamus Signature 2023. Questo gin, creato dal Maestro Distillatore Rui Cruz, è invecchiato in botti di rovere Baga, che conferiscono al gin una profondità e una persistenza uniche, trasformandolo in una vera e propria esperienza sensoriale. E ora, un nuovo capitolo si apre nella storia di Adamus: il Brandy 20 Anni. Partendo dalla giovialità del vino, questa distillazione attentamente curata in alambicco di rame ha dato vita a un brandy di straordinaria complessità e raffinatezza. Invecchiato per oltre 20 anni in vecchie botti di rovere portoghese e botti di Allier, questo brandy incarna l’essenza stessa della perfezione. Con note aromatiche di caramella mou, frutta cotta, scatole di sigari e tostature, e un corpo elegante che si evolve delicatamente sul pa- lato, questo brandy è un tributo alla tradizione fami- liare e all’esperienza artigianale che sono il cuore di Adamus.
In un mondo in cui l’innovazione è sinonimo di progresso, Adamus si erge come un faro di eccellenza, un’ode all’identità e alla creatività del Portogallo. Attraverso il gin e il brandy, Adamus porta avanti la sua missione di esplorare nuovi orizzonti e di celebrare la ricchezza e la diversità del patrimonio enologico portoghese. Con ogni sorso, si scopre una nuova sfumatura di gusto, un nuovo capitolo nella straordinaria storia di questo paese, ricco di tradizioni e di nuove frontiere da esplorare.

Giugno, il mese in cui la Toscana si risveglia in tutta la sua bellezza è il momento perfetto per visitare Siena e la sua affascinante provincia, in particolare le rinomate zone vinicole di Montalcino e del Chianti Classico. Questo periodo dell’anno offre un’esperienza unica, un mix irresistibile di arte, cultura e vini pregiati. Siena, con la sua ricca storia medievale e il suo magnifico patrimonio artistico, è una destinazione che affascina i viaggiatori di tutto il mondo. Il mese di giugno rappresenta l’inizio di un periodo ricco di eventi culturali e festival che animano le sue strade antiche e le sue piazze storiche. Maestosi palazzi, affreschi mozzafiato e stradine acciottolate offrono un’atmosfera incantata, mentre la rinomata Piazza del Campo diventa, in luglio, il palcoscenico del celebre Palio, la corsa di cavalli e contrade che attira spettatori da ogni angolo del mondo. Assistere a questo evento emozionante è un’esperienza indimenticabile, un’immersione nella tradizione e nella passione senese che lascia un segno in- delebile nel cuore di chiunque lo viva.
Ma Siena non è l’unico tesoro da scoprire in questa parte della Toscana. Le colline circostanti ospitano alcune delle zone vinicole più rinomate al mondo, tra cui Montalcino e il Chianti Classico. Giugno è il momento ideale per esplorare queste regioni, quando i vigneti sono in piena fioritura e le cantine aprono le loro porte per degustazioni indimenticabili.

Piazza del Campo, Siena
Piazza del Campo, Siena

Montalcino, incantevole borgo collinare dominato dalla sua imponente fortezza, è famoso per il suo vino Brunello, considerato uno dei migliori al mondo. Le sue vigne, baciante dal sole estivo, producono uve di qualità straordinaria, che si traducono in vini di grande complessità e carattere. Visitare le cantine locali è un’occasione unica per assaggiare questo nettare prezioso e scoprire i segreti della sua produzione, il tutto immersi nella bellezza mozzafiato della campagna toscana. Il Chianti Classico, con i suoi paesaggi incantevoli e i suoi borghi medievali pittoreschi, è un’altra tappa imprescindibile per gli amanti del buon vino. Qui, tra le colline ricoperte di vigneti e oliveti, si produco- no alcuni dei vini più celebrati d’Italia. Le cantine della zona accolgono i visitatori con calore e ospitalità, offrendo degustazioni guidate e visite ai vigneti che permettono di scoprire i segreti di questa antica arte.
In conclusione, visitare Siena e la sua provincia durante il mese di giugno è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e lascia un’impronta indelebile nella memoria. Dalle meraviglie artistiche della città medievale alla bellezza suggestiva delle sue campagne, fino alle prelibatezze dei suoi vini pregiati, questa destinazione toscana offre un viaggio indimenticabile che resta nel cuore per sempre.

Un cocktail bar a Siena.

Charlie Mixologi
Charlie Mixology

Dopo un viaggio tra Londra e Parigi negli anni ‘90, Riccardo Aldinucci ha aperto il Charlie Mixology a Siena nel 2003, segnando il suo ritorno nella sua città natale dopo una carriera in ristoranti stellati e hotel blasonati come il celebre Louis XV di Alain Ducasse. Curioso e spericolato per natura, Aldinucci ha sempre cercato di superare i propri limiti, come dimostra il Guinness World Record per il maggior numero di cappuccini fatti in un’ora: ben 322.In seguito, Aldinucci ha registrato il marchio “cocktail in lattina” e ha acquisito una lattinatrice semi-manuale, oltre a richiedere la licenza produttiva per l’attività di opificio, di lavorazione liquoristica e di distilleria. Le lattine del Charlie Mixology Bar stanno gradualmente conquistando la Penisola, con una varietà di dodici cocktail disponibili, dalla classica Margarita al Gin Tonic, fino alle proposte signature come il Nobel di Aldinucci.

Un hotel, 5 stelle.

Castelfalfi
Castelfalfi

Immagina un’oasi di serenità, dove i rumori svaniscono tra il canto degli uccellini. Un rifugio dal mondo immerso nelle bellezze naturali della Toscana, il Castelfalfi è una terra da sogno dove passeggiare in tranquillità attraverso un borgo medievale che racconta storie di un’epoca passata. Con le sue case in pietra intrise di secoli di tradizione, il borgo medievale di Castelfalfi ti riporta indietro nel tempo, fino all’epoca etrusca. La tenuta Castelfalfi offre anche un’oasi di relax con la sua SPA, dotata di piscina interna ed esterna riscaldata e un’area umida che include due saune, un bagno turco e docce sensoriali. Qui, potrai scegliere tra trattamenti benessere e rituali esclusivi studiati da RAKxa Wellness SPA, rinomata realtà wellness thailandese, in sette stanze e due gazebi esterni per godere del paesaggio circostante durante il tuo momento di relax. Un salone dedicato alla manicure e all’hair-styling, insieme alla rivitalizzante vitality pool nella suite di idroterapia, completano questa splendida esperienza di benessere nella miglior luxury SPA della Toscana.

Un ristorante.

Ristorante Campo del Drago
Ristorante Campo del Drago

Situato presso Rosewood Castiglion del Bosco, nel cuore della zona di produzione del Brunello di Montalcino, il Ristorante Campo del Drago offre un’esperienza culinaria unica che combina sapori locali con un tocco con- temporaneo. Ogni sera, i piatti vibranti e originali, arricchiti da prodotti freschi dell’orto biologico interno al Resort, sono serviti in un contesto raffinato ed accogliente, dove si respira il perfetto equilibrio. Lo Chef Matteo Temperini, guidato dalla sua profonda passione per la gastronomia e il legame tra cibo, terra e comunità, incarna l’autentica essenza della Toscana. Il suo impegno e la sua maestria sono stati riconosciuti con 1 Stella Michelin (Guida Michelin Italia 2023, 2024) e 2 forchette (Guida Ristoranti d’Italia 2023 e 2024 di Gambero Rosso). Insieme al team di cucina e di sala, Temperini offre agli ospiti un viaggio di sapori attraverso la cultura enogastronomica toscana, in un’atmosfera intima e suggestiva. L’attenzione ai dettagli è evidente nella selezione accurata dei migliori ingredienti prove- nienti dalla regione e nell’utilizzo esclusivo delle verdure fresche coltivate nell’orto biologico della tenuta.

Limone d’Amalfi Igp, Limone di Sorrento Igp, Limone di Procida (detto limone pane) sono solo alcune delle varietà dell’agrume che ormai è nel biglietto da visita della Campania e della zona di Costiera Amalfitana e penisola Sorrentina. In questa stagione i limoni pendono dai rami dei “giardini” e non si può che restare affascinati dal loro giallo intenso, dal profumo inebriante. Il limone strutturalmente viene diviso in: buccia, liscia o rugosa e ricca di oli essenziali, da cui le zest; albedo, la membrana bianca spugnosa e piuttosto spessa; la polpa, aspra e molto succosa divisa in spicchi da cui il succo.

Diviene, così, presenza immancabile nella cucina campana e rappresenta un ingrediente versatile in piatti salati e dolci. Che sia lo sfusato amalfitano - ricco di vitamina C, privo di semi e carico a naso o il “limone pane”, varietà isolana di femminello ovale – detto così per il suo albedo, spesso e poco amaro, molto appetitoso è onnipresente.

Marco Cefalo, chef resident In Cibum
Marco Cefalo, chef resident In Cibum

Marco Cefalo, chef resident presso In Cibum, ci dice: “Il limone è un prodotto valorizzante e super discusso a scuola per tutti gli utilizzi nelle sue parti con cui si possono sottolineare delle varie tonalità a seconda di come (e cosa) viene usato. La parte gialla esterna serve a dare freschezza con una spinta non particolarmente acida, caratteristica che in- vece troviamo usando il succo; con la parte bianca si va a lavorare sull’amaro, cosa impegnativa perché va sbollentata più volte per poi essere trasformata in crema, passaggio che alcuni chef usano nella creazione di risotti e paste.”


I limoni hanno una loro stagionalità anche se ormai siamo abituati a reperirli tutto l’anno, ma è semplice recepire quanto il gusto non sia pieno come quelli di questo periodo clou. Chef Cefalo ci regala una tecnica per conservare il limone: l"a fermentazione sotto sale grosso; così, il limone può essere utilizzato durante tutto l’anno per insalate o anche sfruttandone il succo dal sapore leggermente salino seppur a prevalenza acida (il sale viene destrutturato dall’acido) ricavandone una colatura di limone.”

Gli utilizzi del limone sono davvero infiniti, il più “semplice” è la marinatura (che non è una cottura, ma un modo per far cambiare il prodotto: sbianchisce le carni e le destruttura), che regala al pesce una texture unica ed un gusto particolare. Si pensi al ceviche peruviano.
“Ci sono due cose sbagliate che continuiamo a fare con il limone” - continua Cefalo - “nel fare il limoncello non serve macerare le bucce in alcol per settimane, la chimica ci dice che dopo 24 ore il limone non cede più nulla. Altro errore è spremere il limone sulla frittura rovinando la crosta che abbiam tanto cercato. Consiglio di fare un fluid gel che darà la possibilità di pucciare il fritto senza perderne la croccantezza. Come? Unire succo di limone e agar, per gelificare, e poi frullare aggiungendo zest e limone candito per intensificarne il sapore.”

Chef Domenico Iavarone
Chef Domenico Iavarone

Lo chef Domenico Iavarone è un simbolo della cucina campana ed il limone è un must have nei suoi piatti. Ironia: attualmente è l’executive chef del ristorante Zest all’interno dell’Hotel La Favorita. In particolare, c’è un piatto che si porta dietro dal 2015 che è diventato il suo signature: risotto, limone, scampi e liquirizia. Ad esso viene abbinato il Ruby Red, drink in cui è ancora il limone protagonista: Fernet Branca, chinotto, melograno, succo di limone e lime, zest di limone; il tutto viene sodato e servito in calice a vino con sfera di ghiaccio.
Possiamo dire che il limone può caratterizzare una intera degustazione variando sempre.

A giugno tra le vie del capoluogo umbro, è in arrivo la Perugia Cocktail Week. L’evento annuale, ormai giunto alla sua terza edizione, aprirà le porte all’estate perugina dal 17 al 23 giugno. L’obbiettivo, anche quest’anno, è di far conoscere la cultura del buon bere, intrattenendo e divertendo, in un ambiente come quello umbro dove i margini di crescita in tema di mixology sono cospicui. Ovviamente sempre al centro il tema del bere responsabile. Tanti anche in questo 2024, i cocktail bar coinvolti. Saranno più di 20 i locali, infatti, che entreranno a pieno ritmo nel circuito della manifestazione perugina. Abbiamo avuto il piacere di farci raccontare questa manifestazione da colui che l’ha creata: Marco Triani. L’esperto del settore, che sa decisamente il fatto suo in tema di mixology, ha avuto il sostegno fondamentale di un team che anno dopo anno diventa più numeroso e lavora per far crescere il mondo della miscelazione della città.

Marco da dove nasce la tua idea di organizzare la Perugia Cocktail Week?
Visto il boom della mixology negli ultimi anni ero fortemente convinto che il settore del bar in Umbria avesse bisogno di una manifestazione di riferimento che accendesse i ri- flettori sul bere bene e soprattutto farlo in maniera responsabile Cocktail Week a Perugia nasce nell’immediato post covid. La prima edizione infatti risale al giugno 2021, sulla scia delle ormai consolidate ed analoghe manifestazioni di Firenze e Venezia su tutte, ma anche di altre città italiane. Con un format tutto nostro, tagliato su misura per la nostra città.

Perugia Cocktail Week, la III edizione tra MixologyCompetition e Guest speciali

Dopo due edizioni e alle porte della terza, qual è il bilancio? Come sta rispondendo Perugia e l’Umbria ad un tipo di manifestazione che ormai in Italia sta spopolando ovunque?
Il bilancio è assolutamente positivo, la città ed i nostri bar rispondono sempre meglio, ogni anno aggiungiamo un tassello in più ma senza forzare troppo la mano, ovviamente la piaz- za ha bisogno di più tempo rispetto ad altre realtà già consolidate. L’obiettivo è creare un evento sempre più rappresentativo per l’Umbria e con la sua identità.


Anche quest’anno è prevista una Mixology Competition durante la quale i cocktail bar partecipanti dovranno presentare una drinklist composta da tre cocktails?
Si, il format prevede una “Competition” anche quest’anno. Credo e spero che i ragazzi grazie alla competition siano maggiormente stimolati ad alzare il livello, sia della proposta cocktails sia dal punto di vista della loro partecipazione. Quest’anno, come nelle scorse edizioni, avremo un nuovo drink a fare da filo conduttore, un signature con un richiamo alla nostra splendida regione ed un drink analcolico che, come sempre, sono certo ci sorprenderà.

Copper Works


L’anno scorso la Mixology Competition è stata vinta da Roberto Milanesi del Collins all’Ho- tel Brufani, che attualmente a Perugia è uno dei cocktail bar più in vista dell’ambiente. Quest’anno vedi qualcuno in rampa di lancio per dargli filo da torcere?
Posso affermare che il livello dei cocktail bar a Perugia è sempre più alto quindi non man- cheranno i contendenti. Lascio il compito ai due giudici per l’elezione dei vincitori. Quello che posso suggerire è di fare un giro a Perugia per rendersi conto della grande qualità ed ospitalità offerta nei nostri bar.


Ciracconti gli eventi ei temichesi susseguiranno nei giorni della manifestazione?
Quest’anno avremo un programma molto più ricco rispetto alla scorsa edizione. Per la prima volta proporremo un programma di Guest serali che animeranno le serate. Ospiteremo alcuni dei bar più rappresentativi d’Italia come Il Quanto Basta di Lecce, Ruggine da Bologna, Depero di Rieti, personaggi del calibro di Oscar Quagliarini e il direttore di Gintastico, nonché uno dei massimi esperti del settore, Federico S. Bellanca. In più ospiti internazionali da Londra e dalla Spagna, tutti personaggi che durante la settimana porte- ranno la loro qualità ed esperienza a Perugia. Insomma, cercheremo di rendere la nostra città, almeno in quei giorni, il centro della miscelazione e della cultura del bar in Umbria.

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