Il surf, sport che affascina per spensieratezza ed emozioni ha una storia lunga e irregolare che, forse, ha segnato addirittura il “diritto inalienabile alla ricerca della felicità” della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti. Nato come rito religioso è stato scoperto dal grande pubblico europeo grazie al diario di James Cook, esploratore britannico che vide cavalcare le onde per la prima volta nella baia di Matavay, a Tahiti, nel 1769 e proprio dai suoi diari si sarebbe ispirato, secondo alcuni studiosi, Thomas Jefferson. Da questo sport, a metà fra il mistico e l’irraggiungibile, nasce la storia di Duck Dive il gin capace di trasportare sulle migliori spiagge del mondo, a caccia dell’onda perfetta.
Questo progetto nasce nel 2019, in quella che può essere considerata una delle migliori mete per una vacanza all’insegna del sole, dei litorali di sabbia bianca e, ovviamente, di onde e surf: l’arcipelago delle Canarie. Su una di queste spiagge, stremati dalle onde, si riuniscono quattro amici (Giuseppe Langella, Daniele Scaglia, Federico Mella, Marco Biasibetti) per recuperare le energie e raccontarsi i momenti più emozionanti della cavalcata.
È proprio in quel momento che Giuseppe esprime il desiderio di bere qualcosa, quasi come a condire un momento speciale con la spensieratezza che spesso sa regalare l’alcool in momenti conviviali: “berrei volentieri un gin tonic”. La prima reazione del gruppo è una sonora risata ma, nonostante la stanchezza accumulata in mare decidono di assecondarlo. Fuerteventura, la zona dove si trovano, è più che ben servita da bar e ordinare un drink risulta molto facile; senza nemmeno rendersene conto quel gin tonic diventerà il loro talismano per ricreare la stessa atmosfera, una “passaporta” verso la serenità.
Libertà, amicizia e relax vengono poi condensate, al rientro in Italia, in un progetto che li vede protagonisti: creare un gin che richiami quella misteriosa alchimia. L’entusiasmo iniziale è tanto da spingere il quartetto a sperimentare in autonomia; alambicchi, provette e termometri ma è quando decidono di farsi aiutare da un distillatore professionista (Eugin di Meda) che riescono finalmente a dar vita al loro sogno, nasce così il London Dry Gin Duck Dive, fiore all’occhiello della Duck Dive Alcoholics.
Distillato da 6 botaniche (bacche di ginepro, semi di coriandolo, scorze di arancia essiccata, radice di angelica, iris e Lemon Myrtel) è caratterizzato da una decisa nota di freschezza citrica donata da un ingrediente insolito, il Lemon myrtel. Parliamo infatti di un arbusto spontaneo naturalmente diffuso nella regione del Queensland, in Australia, meta prediletta degli amanti del surf. L’uso di questa botanica impreziosisce il gin secco ed equilibrato, perfetto da gustare sia liscio che in miscelazione con una tonica mediterranea terminando il cocktail con scorza di lime per un Duck Tonic travolgente.
Al naso le sensazioni citriche di questa botanica australiana sono nette ma non risultano aggressive perché saggiamente mitigate dalla nota calda del coriandolo. Al palato ritroviamo il ginepro, in parte mascherato al naso dalle forti note agrumate, caratterizzando un gusto resinoso netto che ben si armonizza con la freschezza che caratterizza questo prodotto; impreziosito da una leggera nota legnosa e minerale donata dall’angelica. Il finale è morbido e la scorza d’arancia conferisce all’assaggio una buona rotondità aiutata dalle note floreali della radice di Iris che favorisce una buona persistenza.
Ad adornare un prodotto ben strutturato è il lavoro fatto sull’etichetta, originale e a tratti irriverente, nata dalla matita di un membro del gruppo, Marco Biasibetti. Il disegno ritrae un papero surfista - contraddistinto dalle stesse vibes di Howard il Papero, primissimo eroe Marvel, arrivato sul grande schermo negli anni ‘80 in “Howard e il destino del mondo, il papero venuto dallo spazio”- con occhiali da sole a specchio contraddistinto da un incalcolabile fierezza nel governare l’onda sotto la sua tavola.
I richiami allo sport acquatico non si fermano però alle botaniche o alla forma anzi, il nome Duck Dive non è un caso. Parliamo infatti di un trick dei surfisti che consiste nel passare sotto l’onda con la tavola e riuscire ad andare a largo, paragonabile come difficoltà ad una rovesciata nel calcio.
Nei pochi anni di vita, dilatati dalla pandemia, il progetto del papero si è impreziosito di prodotti ed iniziative come il locale virtuale creato per affrontare le restrizioni dovute al Covid19, perché se Maometto non può andare al pub è il pub ad andare da Maometto. La linea invece è stata ampliata con Nazarè - un Navy Strenght figlio del Duck Dive-, Duck Dive Beer – un American Pale Ale ad alta fermentazione rinfrescante e di carattere- e dal Black Wave Amaro – un amaro forte e deciso, ottenuto dall’infusione di 40 erbe selezionate fra cui il Lemon Myrtle-.
Ora non resta, come suggerito dalla sfacciata etichetta, di assaporare l’onda lasciandosi trasportare nel mondo abilmente raccontato da Point Break. Taste the wave.