Intervista a ... Oscar Farinetti.

Agosto 12, 2024

Dalle ceneri di Fico Eataly World ha saputo ricostruire Grand Tour Italia, la “rappresentazione della bio- diversità italiana a tavola” che aprirà i battenti all’inizio di settembre a Bologna negli spazi che hanno visto lo sviluppo della parabola del parco a tema più volte paragonato alla Disneyland dell’agroalimentare made in Italy.

È così – con una previsione di 1,5 milioni di visitatori nel primo anno e un fatturato atteso di 30 milioni di euro – che l’imprenditore piemontese Oscar Farinetti riprende il discorso da dove lo aveva interrotto e con la ‘scommessa’ di Grand Tour Italia conferma la sua volontà di tenere alte le insegne dell’agroalimentare italiano nel nostro Paese e all’estero.
Classe 1954 e nativo di Alba, terra di eccellenze assolute come il tartufo bianco e il Barolo, non è difficile immaginare che abbia una particolare conoscenza dei grandi rossi del territorio.

Ma qual è il rapporto di Mr. Eataly con il mondo degli spirits?

Ne adoro alcuni – esordisce Oscar Farinetti, proprio in occasione del lancio del parco bolognese – ma sempre in piccole quantità: come in tutte le cose, il segreto sta nel non abusarne. Ultimamente apprezzo molto la sambuca, soprattutto mi piace da matti aggiungerla nella tazzina di caffè dopo aver bevuto un espresso.

Secondo me è uno di quei prodotti rimasti forse troppo in ombra, e che invece merita di essere riscoperto. Adoro poi le grappe, anche perché le produco personalmente, e come molti sanno è allo stesso tempo il più buono e il più indigesto dei distillati, per cui occorre fare attenzione nel consumarla. Non mi considero invece un grande amante di gin, vodka, whisky, e ad essi preferisco distillati come il cognac e il rum.

Oggi il gin è considerato molto trendy, ma lei che per natura è portato a cogliere e individuare le tendenze cosa vede nel futuro di questo settore?

Al di là del caso specifico e personale della sambuca – risponde Oscar Farinetti – credo proprio che dovremmo riscoprire l’intera categoria dei vini liquorosi, in primis il Marsala, che io considero uno dei vini migliori al mondo e accomuno quasi al campo degli spirits tout court. Ecco, sono convinto che con il Marsala si possa fare un gran lavoro di promozione. Per il resto, pur avendo ormai una certa conoscenza del settore vinicolo, sugli spirits ho amici ‘tecnici’ che sono molto più esperti di me.

Da anni con Eataly sta portando le eccellenze agroalimentari italiane in giro per il mondo. Dovendo immaginare un prodotto da far conoscere a un pubblico internazionale, a cosa penserebbe?

Beh, senza dubbio la grappa. In fondo è il nostro distillato nazionale, oltre che il più sostenibile di tutti perché realizzato con prodotti di scarto come le vinacce. Ma bisogna distillarle come si deve e ricavarne un prodotto digeribile, oltre a ‘vestire’ bene la grappa e infine raccontarla nel modo migliore. Naturalmente, nei padiglioni di Grand Tour Italia le grappe ci saranno, ognuna nello stand della regione di appartenenza.

Autore

Giornalista, ufficio stampa, editore, supereroe. Scrivo di food, viaggi, lifestyle ed economia per Forbes, L’Espresso, Il Giornale, Lust Auf Italien…
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