
Per lungo tempo, parlare di whisky ha significato parlare di blend. Sono stati proprio i blended a portare lo Scotch nell’Olimpo dei distillati, dando vita a marchi leggendari e a un immaginario globale. Poi, dagli anni ’80, il mercato ha iniziato a privilegiare i single malt, associati a una purezza quasi sacrale, mentre il blended veniva relegato a prodotto “commerciale”. Una semplificazione che ha oscurato la complessità di un’arte antica: quella dell’assemblaggio. Se il single malt è una voce solista, il blended è una sinfonia, frutto del lavoro del master blender, capace di armonizzare decine di whisky in un’unica identità.

Un esempio luminoso di questo patrimonio è James Eadie. Nato nel 1827 vicino a Gleneagles, trasferì le proprie attività a Burton-on-Trent, dove fondò una fabbrica di birra continuando a miscelare Scotch secondo la tradizione familiare. Nel 1877 registrò il marchio con un simbolo semplice ma audace: la “X”. Quel blend, lodato già nel 1889 dal grande cronista Alfred Barnard, si distingueva per qualità e originalità.
Le turbolenze del Novecento ne decretarono l’oblio, fino alla rinascita nel 2017, quando il pronipote Rupert Patrick decise di riportare in vita la ricetta di famiglia. Con l’aiuto di Norman Mathison, uno dei più autorevoli master blender scozzesi, nacque il nuovo Trade Mark X: un assemblaggio di whisky da 14 distillerie delle cinque regioni, con 60% grain e 40% malt, maturati in botti ex-bourbon ed ex-sherry.

Il profilo organolettico è ampio: al naso uva sultanina, fieno e cacao; al palato menta, cioccolato, prugna e caffè tostato, con chiusura speziata e fresca di frutti rossi. Una melodia in cui convivono torba discreta, richiami marittimi di Islay, note erbacee delle Highlands e dolcezza fruttata dello Speyside.
La riscoperta di una rarissima bottiglia del 1947, dal carattere sorprendentemente sherried, ha ispirato una Limited Edition di 1.800 bottiglie, maturata 12 mesi in botti di Oloroso Sherry. Con una gradazione di 57,1% Vol – pari a 100° Proof nel vecchio sistema imperiale – rappresenta un tributo diretto alla storia del marchio.

Negli ultimi anni James Eadie ha anche sperimentato con la linea “Cask Finish”, affinamenti limitati che hanno portato alla creazione di una gamma permanente. Due whisky in particolare si sono imposti: un single malt corposo delle Highlands, arricchito dalle botti di Malaga, e un vivace Speyside rifinito in Oloroso Sherry. Entrambi imbottigliati a 48,3%, equilibrio ideale tra intensità e bevibilità.
Le etichette riprendono un disegno originale dei primi del Novecento, arricchito da illustrazioni d’epoca dei luoghi simbolo delle regioni scozzesi, firmate da Cristina Buonanno. Così prende forma la nuova gamma Highland e Speyside: un ritorno alle radici che mostra quanto il blended possa essere ancora oggi terreno di ricerca e creatività.
