
C’è un long drink che, più di ogni altro, incarna l’anima solare, rilassata e profonda del Messico: il Paloma. Fresco, agrumato e insolito rispetto ai classici cocktail tropicali, questo mix di tequila e pompelmo ha conquistato anche l’Europa, diventando uno dei drink di punta nella mixology contemporanea. Ed è proprio lui il protagonista della Paloma Week 2025, un’iniziativa ideata da Fine Spirits in collaborazione con The Lost Explorer, marchio messicano di distillati artigianali da agave, distribuito in esclusiva per l’Italia.

Dal 19 al 25 maggio, in occasione del Paloma Day del 22 maggio, i migliori cocktail bar italiani hanno accolto la sfida di reinterpretare questo iconico long drink, dando vita a un percorso dal sapore cosmopolita che ha toccato Milano, Roma e la Costiera Amalfitana. A Milano, la proposta spaziava dall’energico House of Ronin e dallo Yapa Restaurant, che ha portato note sudamericane nella città, al sofisticato e Wilde per un twist creativo, dal lusso discreto del Mandarin Oriental, fino all’eleganza metropolitana del Doping Bar e la calda accoglienza di Casa Brera.

A Roma, la scena si è accesa tra atmosfere glamour e comfort raffinato: all’Hotel de la Ville la mixology ha incontrato l’ospitalità di alta classe, mentre al The Court di Palazzo Manfredi — con vista sul Colosseo — si è respirata un’esperienza messicana autentica, replicata anche nei suggestivi locali di Baccano, La Buvette, Ugo e Metropolita, dove sapori e dettagli hanno ruotato attorno all’agave.
Infine, la Costiera Amalfitana ha arricchito il percorso con location esclusive: un brindisi al tramonto al Caruso, a Belmond Hotel, seguito dall’accoglienza calorosa dell’Hotel Miramalfi e dal gusto ricercato del Sensi Restaurant, in un crescendo di sensazioni che ha tradotto la versatilità dell’agave in emozioni mediterranee.
Il concept dell’iniziativa – significativamente chiamato “Lost in Italy” – è stato semplice quanto affascinante: ogni locale ha proposto una propria versione del Paloma, utilizzando uno o più distillati della gamma The Lost Explorer. Il risultato è stato un itinerario sensoriale che ha attraversato territori gustativi diversi: dall’agrumato puro e pulito della tequila Blanco, al carattere più affumicato e complesso dei mezcal Espadín, Tobalá e Salmiana. La versatilità dell’agave, in questo contesto, è emersa con forza, offrendo spunti creativi sorprendenti.+



Ma la Paloma Week è stata anche palcoscenico per due appuntamenti esclusivi con alcuni protagonisti assoluti della mixology mondiale. A Milano, il 22 maggio, Peter Sanchez, bartender messicano e brand ambassador di The Lost Explorer, ha preso possesso del bancone del Doping Club per una guest night tra note di agave e atmosfere latine.
Ancora più spettacolare l’appuntamento romano del 25 maggio, al The Court di Palazzo Manfredi. In un incontro riservato, Sanchez ha dialogato con José Luis León, figura iconica della mixology latinoamericana e anima di Licorería Limantour, cocktail bar di Città del Messico oggi al 32° posto nei World’s 50 Best Bars. Insieme hanno poi firmato un takeover del bar con una drink list dedicata a The Lost Explorer, trasformando il locale in un angolo di Oaxaca affacciato sul Colosseo.
Dietro la Paloma Week si cela anche un racconto più profondo: quello di un’agricoltura rispettosa, di un’artigianalità autentica e di una produzione sostenibile. The Lost Explorer è uno dei pochi marchi che può vantare una filiera a basso impatto, grazie all’uso di vetro riciclato per oltre il 55% delle bottiglie, tappi in cera d’api biodegradabile e legno certificato, oltre a un impegno concreto nel ripiantare tre agavi per ogni pianta utilizzata.

Da un lato il mezcal, prodotto a Oaxaca dal Maestro Don Fortino Ramos e sua figlia Xitlali, seguendo metodi tradizionali con fermentazioni spontanee; dall’altro la tequila, frutto dell’esperienza del Maestro Tequilero Enrique de Colsa, che firma una Blanco pura e senza additivi, ricca di sentori erbacei, agrumati e di cannella.
La Paloma Week 2025 ha avuto il merito di elevare un drink popolare a oggetto di ricerca creativa, dimostrando che anche un long drink può diventare il centro di un racconto complesso, fatto di cultura, terroir e innovazione. Un format che ha saputo parlare a professionisti e appassionati, e che – ci auguriamo – diventi un appuntamento fisso nel calendario della mixology italiana.
