
Un ricordo d’estate sulla Riviera Romagnola prende nuova forma grazie all’interpretazione dello chef Paolo Lavezzini. Nasce così il Tacos di piadina romagnola, piatto che mescola affetto e tecnica, memoria e visione contemporanea, reinterpretando in chiave gastronomica uno spuntino tipico delle vacanze italiane. A fare da base è la piadina, simbolo della Romagna, che per l’occasione si trasforma in una cialda calda e fragrante che abbraccia una farcitura cremosa e sorprendente. Protagonista del ripieno è lo Sburratino De’ Magi, versione estiva del Formaggio al ginepro.

A bilanciare la rotondità del formaggio arriva una marmellata di pomodoro rosso, lavorata con un gin analcolico prodotto da Winestillery, capace di trasferire l’intensità e la freschezza del ginepro senza contenere alcol: un gioco di sapori tra dolcezza e note balsamiche. La piadina così farcita viene completata con rucola selvatica e un’essenza gelificata di prosciutto crudo del Casentino, realizzata a partire da un brodo concentrato. Il risultato è un boccone evocativo che parla di mare e di Appennino, di tradizione e creatività: un’idea che sa di ombrelloni, teli di spugna, panini mangiati in spiaggia e profumi che arrivano dai pini marittimi. In pochi morsi, un’intera geografia del gusto.
Originario di Salsomaggiore Terme, Paolo Lavezzini è l’Executive Chef del Four Seasons Hotel Firenze, dove guida la cucina del ristorante stellato Il Palagio e coordina tutte le proposte gastronomiche dell’hotel. Dopo gli studi all’Istituto Alberghiero di Marina di Massa, ha maturato esperienze in alcune delle cucine più prestigiose d’Europa: dall’Enoteca Pinchiorri di Firenze a Le Royal Monceau e al Plaza Athénée con Alain Ducasse, passando per il Fasano a Rio de Janeiro.

Nel 2018 ha iniziato il suo percorso con Four Seasons come opening Executive Chef a San Paolo, Brasile. Lavezzini è noto per la sua cucina contemporanea e istintiva, costruita su pochi ingredienti selezionati, tecniche leggere e una forte connessione con la stagionalità. Il suo approccio valorizza il territorio e la cultura toscana, senza mai rinunciare all’estetica e al racconto.
Con la degustazione Della Gherardesca, ha reso omaggio al giardino privato dell’hotel attraverso piatti che evocano forme e sapori ispirati alla natura circostante. Per lui, ogni piatto racconta una storia, e ogni ingrediente ha una voce da far emergere. Come l’uovo di una piccola fattoria appena fuori Firenze, visibile lungo la strada per il Chianti: un simbolo del suo legame con il territorio e della volontà di rendere l’esperienza gastronomica parte del viaggio stesso.
