
Visitare Napoli a giugno significa immergersi in una città che vive appieno la sua stagione migliore, tra luce intensa, mare accessibile e un’energia urbana che non conosce pause. Il clima è ideale: le temperature oscillano tra i 20 e i 28 gradi, con giornate lunghe e soleggiate che invogliano a camminare per le strade del centro storico, esplorare i quartieri panoramici come Vomero e Posillipo, o semplicemente sedersi all’aperto per gustare un caffè o una granita con vista sul Golfo.
Giugno è perfetto per scoprire il patrimonio culturale della città, con meno affollamento rispetto ai mesi di luglio e agosto e una vivace programmazione culturale. I grandi musei sono tappe fondamentali: il Museo Archeologico Nazionale custodisce una delle collezioni più importanti al mondo di arte greca e romana, con reperti provenienti da Pompei, Ercolano e Stabia.
Il Museo di Capodimonte, situato nell’omonima reggia borbonica immersa in un parco monumentale, ospita capolavori di Caravaggio, Tiziano, Raffaello e una straordinaria collezione di arte contemporanea. Il Madre, museo d’arte contemporanea nel cuore di Napoli, propone mostre temporanee di grande qualità e dialoga con la vivacità del quartiere circostante. A questi si aggiungono il Palazzo Reale, con i suoi ambienti regali e la Biblioteca Nazionale, e Castel Sant’Elmo, che oltre alla vista spettacolare sulla città ospita eventi e mostre nella vicina Certosa di San Martino.

Passeggiando, ci si può perdere tra i decumani, tra botteghe artigiane, librerie indipendenti e locali storici. Il quartiere di Sanità, un tempo poco frequentato, è oggi un centro pulsante di cultura grazie anche a realtà come il Museo delle Anime del Purgatorio, il Cimitero delle Fontanelle e la Basilica di Santa Maria della Sanità, e alla presenza di associazioni che promuovono visite guidate e arte urbana. La Galleria Borbonica, uno dei sotterranei più affascinanti della città, racconta invece la storia nascosta di Napoli tra cunicoli, rifugi bellici e cisterne.
Il mare in città comincia a essere protagonista proprio a giugno: le spiagge di Posillipo, Marechiaro e della Gaiola sono già accessibili, ma non ancora sovraffollate. È il periodo giusto per concedersi una gita in barca, partire dal Molo Beverello o da Mergellina verso le isole del Golfo — Capri, Ischia e Procida — oppure restare in città per un aperitivo con vista sull’acqua. Anche il Lungomare Caracciolo, pedonale e animato, è perfetto per una passeggiata serale o per cenare all’aperto con la brezza marina.

La cucina napoletana vive in giugno un momento di grande freschezza: oltre ai classici immancabili come la pizza e la frittatina di pasta, si trovano piatti a base di pesce del giorno, primi leggeri con frutti di mare, verdure di stagione come zucchine e friarielli, e frutta tipica come le albicocche del Vesuvio. I dolci restano una certezza: tra sfogliatelle calde, babà imbevuti di rum e granite al limone, ogni pausa è un’occasione di piacere. La scena gastronomica è in fermento anche nei quartieri più giovani e creativi, come il Centro Storico e i Quartieri Spagnoli, dove accanto alle trattorie storiche spuntano cocktail bar, bistrot e laboratori di cucina contemporanea.
Giugno è anche il mese ideale per esplorare i dintorni: Pompei ed Ercolano si visitano con maggiore comfort rispetto al caldo di luglio e agosto, e il Vesuvio offre sentieri panoramici e viste mozzafiato senza la calura soffocante. La Costiera Amalfitana, facilmente raggiungibile in treno o traghetto, non ha ancora i flussi turistici estivi, permettendo di scoprire Amalfi, Ravello o Positano con maggiore tranquillità.
Napoli a giugno è una città viva, colta, accogliente e sorprendente. Con il suo mix di storia, arte, mare e sapori, regala un’esperienza completa e autentica, che resta impressa ben oltre il tempo del soggiorno.
Anthill, cocktail bar all’ultimo piano del Luminist a Napoli, nasce nel 2023 da un’idea di Giuseppe Iannotti e prende il nome dalla metafora del formicaio: una squadra che lavora in sinergia, tra cucina, sala e bar, con obiettivi condivisi. Il locale unisce quattro anime – bistrot, caffetteria, cocktail bar e ristorante – in un flusso continuo di collaborazione. Anthill porta a Napoli una proposta inedita, un luogo dedicato alla mixology contemporanea, dove la drink list è firmata dalla head bartender Anna Garuti e accompagnata da tapas ideate dallo chef Antonio Grazioli.

I cocktail si dividono tra classici rivisitati e dieci signature drink, serviti in confezioni che ricordano la tachipirina, come invito a superare con leggerezza ansie e difficoltà quotidiane. I signature sono vere narrazioni liquide, ispirate alla cultura campana e non solo-Garuti, classe 1993, ha iniziato la sua carriera a Venezia (Chet Bar, Il Mercante) e ha incontrato lo chef durante una competizione di bartending. Il suo stile, pulito e minimalista, punta alla sostanza: ogni ingrediente raccontato trova riscontro nella texture e nel gusto del drink.
L’Hotel de Bonart Naples è un punto di riferimento dell’ospitalità partenopea, dove eleganza e cultura si incontrano. Situato nel cuore di Napoli, l’hotel accoglie i suoi ospiti in ambienti raffinati arricchiti da oltre 150 opere di artisti campani, trasformando ogni soggiorno in un’esperienza immersiva nell’arte contemporanea del territorio. A partire da febbraio 2025, il de Bonart inaugura una partnership con Finarte, storica casa d’aste italiana, con l’obiettivo di creare un nuovo polo culturale per collezionisti, appassionati d’arte e viaggiatori raffinati.

Questa sinergia rafforza il ruolo del de Bonart come luogo di dialogo tra ospitalità e cultura, mentre Finarte consolida la propria presenza in una città dalla forte tradizione collezionistica e in crescita nel mercato dell’arte contemporanea. Un progetto che rende l’hotel non solo un luogo dove soggiornare, ma un vero e proprio spazio culturale vivo, capace di raccontare Napoli attraverso l’arte e l’eccellenza dell’accoglienza.
Sustanza è il ristorante gastronomico dello chef Marco Ambrosino, situato al primo piano di ScottoJonno, nella Galleria Principe di Napoli. Il nome gioca sul doppio significato di “su” e “stanza”, ma richiama anche la “sostanza” aristotelica, intesa come essenza delle cose. Il progetto è un’indagine sul Mediterraneo non solo culinaria ma anche storica e culturale, in cui ogni piatto nasce da una ricerca antropologica.

Il menu propone un percorso a mano libera, in costante evoluzione, con ingredienti stagionali, talvolta inusuali come pigne, lentischio o incenso. Il racconto al tavolo è parte fondamentale dell’esperienza, che mira a valorizzare l’interezza degli ingredienti, anche quelli più “poveri”. I dessert, firmati dal pastry chef Federico Andreini, seguono lo stesso approccio, con l’uso di erbe selvatiche, prodotti delle api e fermentazioni.
Completano l’esperienza una grafica curata dallo chef stesso, con illustrazioni in bianco e nero che raccontano una Napoli colta e contemporanea, che trova in Sustanza un nuovo luogo di espressione gastronomica e culturale.
